Bio percorsi in Molise, valorizzazione del patrimonio paesaggistico e rurale
Vivi i Cammini nel Molise: un viaggio tra borghi storici, splendidi paesaggi e storia millenaria per scoprire i tesori nascosti di questa affascinante regione. Questo viaggio, ricco di significato, non è solo un’opportunità per conoscere e vivere il territorio ma anche un modo per tutelarlo e valorizzarlo come patrimonio di inestimabile valore.
“Un’esperienza che lascerà un segno indelebile nella memoria, contribuendo al benessere comune e alla salvaguardia delle risorse naturali e culturali del Molise “
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“Il Cammino Del Legno e Del Grano” è un cammino turistico che vede nel concetto “rifugio” il senso di accoglienza rurale che permette al camminatore di percorrerlo in tutta sicurezza, nella garanzia dell’ospitalità molisana. Ogni viaggiatore passo dopo passo potrà sentirsi accolto tra le montagne e le colline molisane, sentendosi sicuro di avere la possibilità di trovare il giusto rifugio ogni dove.
Il cammino è studiato per far si che il camminatore percepisca il senso “rifugio” come quella necessaria sensazione, di sentirsi accolti materialmente e spiritualmente in un territorio che è, ed è stato, rifugio di grandi personaggi storici e religiosi che hanno segnato il territorio con percorsi avvincenti da percorrere in sicurezza.
Il percorso ha una lunghezza di circa 120 chilometri, con un dislivello complessivo di 5415 metri in salita e 5520 metri in discesa. È un tragitto ad anello che si sviluppa in dodici tappe – dalla tappa 4 fino alla tappa 9 – introdotto di un’appendice iniziale di sola andata fra Campochiaro e San Giuliano del Sannio (tappe n° 1, 2, 2bis, 3 e 4).
Il trekking interconnette diversi piccoli centri abitati della parte più interna della provincia di Campobasso: Campochiaro, Guardiaregia, Sepino, San Giuliano del Sannio, Cercepiccola, Cercemaggiore, Jelsi, Gildone e Mirabello Sannitico, introduce al patrimonio storico–culturale di queste minute ma interessanti realtà.
Direzione da seguire
Il cammino procede tra la montagna appenninica dei monti del Matese e le colline-prime montagne che si estendono fra le valli del fiume Tammaro e del torrente Tappino.
Se sul Matese si incontreranno lussureggianti boschi in special modo di faggio, fenomeni carsici come gli abissi (grotte) di Pozzo della Neve e Cul di Bove, pianori e montagne imponenti da ammirare (monte Mutria e monte La Gallinola, quest’ultima visibile da lontano nella tappa 3), da San Giuliano del Sannio in poi il percorso procede fra campi coltivati, prati e piccoli boschi, appartenenti in special modo alla famiglia delle querce. Immersi nel silenzio, nella solitudine e nella ruralità più spinta che questi luoghi sanno offrire.
Da Campochiaro a Sepino, passando per Guardiaregia, si sale e si scende sulla parte più meridionale del versante molisano del Matese, ove si incontrano le testimonianze storiche più suggestive dell’intero percorso: in primis, la città romana di Saepinum-Altilia, poi la città sannita di Saipins, per passare per il tempio italico-chiesa medievale di San Pietro dei Cantoni, la villa rustica della famiglia dei Nerati (o Nerazi) e un esempio di architettura religiosa ottocentesca in contesto di montagna, il Conventino.<br< Attraversata la valle del Tammaro (ricadente nel versante idrografico tirrenico della Penisola) si sale fino a Cercemaggiore, passando per i borghi di San Giuliano del Sannio, Cercepiccola e Cercemaggiore.
Da Cercemaggiore a Mirabello Sannitico, fino a poco prima di San Giuliano del Sannio, si cammina nel contesto collinare e rurale che ricade nella valle del torrente Tappino (affluente maggiore del fiume Fortore), nel versante idrografico adriatico del Bel Paese.
In questo tratto si incontrano i paesi di Jelsi, Gildone e Mirabello Sannitico, oltre a piccole e grandi testimonianze storiche, fra chiese rurali, edicole votive e l’imponente storia medievale del monastero Terra Montis Viridis, sul monte La Rocca (o Monteverde)
TAPPA 1 CASTAGNO: Campochiaro - Rifugio Costachianetta
Partenza: Campochiaro
Arrivo: Rifugio Costa Chianetta
Distanza: 13,70 chilometri
Tempo di percorrenza: 4h 50′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: 1074+ 665- metri
La Tappa Campochiaro – Rifugio Costa Chianetta ha una lunghezza di 13.7 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di +1074 metri e un dislivello totale in discesa di -665 metri. Dalla parte architettonicamente più recente del paese di Campochiaro e posta più in basso rispetto al centro storico, tramite strada asfaltata minore, il percorso si allontana dall’agglomerato urbano attraversando prati, piccoli campi coltivati e minuti appezzamenti di boschi. Recuperata la strada principale di accesso al paese, il tragitto torna verso l’agglomerato urbano, per deviare, alle prime case di Campochiaro, verso sinistra. In poche centinaia di metri, superato un ponticello, si continua su strada asfaltata minore, che si imbocca a sinistra, sempre fra prati e piccole zone boschive.
Camminando su strada asfaltata si arriva alla Fonte Litania, dove è presente anche un’area picnic. Dalla fontana, deviando a destra, in pochi metri si arriva all’area faunistica del Cervo dell’Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro.
Dall’area recintata che ospita alcuni esemplari di ungulati si sale nel bosco, con predominanza di cerri per arrivare a costeggiare il tempio italico di Ercole Quirino, bell’esempio di area archeologica sannita. Tramite sterrata, sempre salendo, si arriva al rifugio pastorale di Fonte Francone, da cui si gode un bel panorama sulla sottostante valle del fiume Biferno e sul paese di Campochiaro.
Dal tempio di Ercole Quirino al rifugio Fonte Francone il bosco cambia per essenze arboree. Ora la foresta attraversata è una faggeta. Dal rifugio, camminando su asfalto e in discesa, si raggiunge il bel fontanile di Fonte Francone, superato il quale si sale, tramite ampia carrareccia bianca, a una bella radura: quella di Valle Uma.
Deviando dal sentiero principale, si raggiunge il rifugio Valle Uma, superato il quale si sale al maestoso ingresso dell’abisso Pozzo della Neve e, poi, all’imbocco della seconda grotta più profonda del Matese, Cul di Bove. Arrivati al pianoro Piscina Cul di Bove, bell’esempio di fenomeno carsico, si lascia l’ampia carrareccia per deviare nel bosco e su comoda sterrata scendere al rifugio Costa Chianetta, ove termina la prima tappa. Notevole è la faggeta attraversata da Fonte Francone al rifugio Costa Chianetta.
TAPPA 2 TIGLIO: Rifugio Costachianetta - Rifugio Tre Frati
Partenza: Rifugio Costa Chianetta
Arrivo: Rifugio Tre Frati
Distanza: 10,50 chilometri
Tempo di percorrenza: 5h 50′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: 572+ 420- metri
La tappa Rifugio Costa Chianetta – Rifugio Tre Frati ha una lunghezza di 10.5 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 572 metri e un dislivello complessivo in discesa di 420 metri. Dal Rifugio Costa Chianetta si recupera la sterrata principale e si prosegue sulla destra, fra un bel bosco e alcuni slarghi sul monte Mutria. In poche centinai di metri si raggiunge la Strada Provinciale 331. Una volta giunti sull’asfalto si curva a destra e si scende verso il sottostante lago di Arcichiaro. In questo tratto è veramente notevole la vista sull’intero complesso montuoso del Mutria (1823 metri s.l.m.) e sul piccolo specchio d’acqua artificiale di Arcichiaro. In tre chilometri si arriva ad incontrare prima una breve galleria, poi il cosiddetto Ponte del Diavolo, che bypassa la spettacolare forra del torrente
Quirino. Obbligatoria è una sosta per ammirare l’inizio del profondo canyon, veramente suggestivo e mozzafiato. Continuando a camminare sulla Strada Provinciale 331 si raggiunge un ampio slargo brecciato, ove è presente la fontana di Colle Macchio e un’area picnic con barbecue.
Si intraprende la carrareccia e a un’evidente bivio si va a sinistra, per incunearsi in un bel bosco a dominanza di cerri. A un secondo bivio, questa volta a “V”, si intraprende il viottolo sulla destra e si prosegue con saliscendi fino a un’evidente bivio, ove è presente una staccionata e un cartellone informativo sul percorso fatto. Ora si sale decisamente sulla sinistra, su fondo ormai sterrato, ad argilla gialla. Il bosco attraversato cambia: i cerri e le altre specie di alberi sono sostituiti da un’interessante faggeta. Più si sale e maggiormente i faggi sono maestosi, fino ad incontrare quattro esemplari ormai plurisecolari.
Alcuni di essi sono legati a una leggenda che vede protagonisti tre fratelli impiccati in questo luogo, a seguito di un furto di bestiame. Per tale leggenda, gli alberi prendono il nome de I Tre Frati. Leggenda vuole, inoltre, che nelle sere d’inverno si sentano ancora le voci lamentose dei tre fratelli, in special modo quando il vento soffia forte tra le fronde
degli alberi. Superato il complesso di alberi monumentali, il sentiero ritorna ad essere una carrareccia e sale nel bel bosco di faggi, incontrando anche alcuni piccoli corsi d’acqua di montagna. Fra curve e rettilinei, il sentiero arriva al Rifugio Tre Frati, chiamato anche
Rifugio Forestale, ove è presente una grande area picnic.
TAPPA 2 bis ACERO: Variante Comune Guardiaregia - Fonte Macchio
Partenza: Variante Guardiaregia
Arrivo: Fonte Macchio
Distanza: 22,70 chilometri
Tempo di percorrenza: 12h 00′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: 265+ 222- metri
La tappa Variante Comune Guardiaregia – Rifugio Campitello di Sepino, nel tratto Variante Comune Guardiaregia – Fontana Colle Macchio, ha una lunghezza di 22.7 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 265 metri e un dislivello complessivo in discesa di 222 metri. Dalla piazza posta in basso del paese di Guardiaregia si supera il palazzo del Municipio e, immediatamente dopo, si trova la caserma dei Carabinieri.
All’altezza del palazzo che ospita la forza armata di pubblica sicurezza, si devia a sinistra e si sale per una lunga scalinata, ammirando il caratteristico centro abitato di Guardiaregia.
Incuneandosi fra le case è consigliato arrivare ad ammirare la notevole Forra del torrente Quirino, fra la vegetazione di leccio caratterizzante i versanti molto acclivi dalle pareti calcaree scavate dal corso d’acqua. Puntando sempre verso l’alto si arriva ad uno slargo con parcheggio auto e si intraprende la strada asfaltata che lambisce le ultime case, di
costruzione più recente, del piccolo paese. Si sale su asfalto e si incontra il parcheggio e l’ingresso, riconoscibili anche dalla presenza di una casetta in legno (punto accoglienza), della parte bassa dell’Oasi WWF di Guardiaregia – Campochiaro. Si prosegue in salita fino ad incrociare la Strada Provinciale 331. La si intraprende puntando a destra. In pochi passi si incrocia un’altra strada asfaltata minore sulla destra, il cui imbocco è leggermente in discesa. Si cammina su questa stradina, la quale incontra, nel suo sviluppo, un piccolo fontanile e il viale di accesso alla sovrastante chiesa rurale di San Nicola. Inoltre, lungo la pista asfaltata si possono ammirare alcuni casolari in pietra di antica fattezza, prati e piccoli nuclei boschivi.
Una volta recuperata la Strada Provinciale 331 in poche centinaia di metri si arriva allo slargo brecciato in cui è presente il fontanile di Colle Macchio. Per raggiungere il Rifugio Campitello di Sepino, da qui, ci si deve raccordare al percorso della tappa Rifugio Costa Chianetta – Rifugio Tre Frati, per poi seguire, in parte, il sentiero della tappa Rifugio Tre Frati – monte Tre Confini – Campitello di Sepino – Altilia.
TAPPA 3 FAGGIO: Rifugio Tre Frati - Altilia
Partenza: Rifugio Tre Frati
Arrivo: Altilia
Distanza: 12,70 chilometri
Tempo di percorrenza: 6h 50′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: 361+ 1067- metri
La tappa Rifugio Tre Frati – monte Tre Confini – Campitello di Sepino – Altilia ha una lunghezza di 12.7 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 361 metri e un dislivello complessivo in discesa di 1067 metri (tempo di percorrenza di andata di 6h e 30 minuti e tempo di percorrenza di ritorno di 8h e 30 minuti). Dal Rifugio Tre Frati si torna indietro fino all’incrocio con il sentiero C.A.I. 136, il quale porta a lambire il monte Tre Confini e arriva al pianoro di Campitello di Sepino. In questo tratto, il sentiero non è evidente e si snoda in un meraviglioso bosco di faggi, anche se è ben segnato fra alberi e pietre, con i classici segnavia biancorossi del Club Alpino Italiano.
Dopo esser passato accanto all’agriturismo il Rifugio del Massaro, si devia a sinistra, sempre su strada brecciata, fino a raggiungere il Rifugio Campitello di Sepino. Da qui si scende nel bosco, seguendo i segnavia C.A.I. In qualche centinaia di metri si esce dal bosco e fra prati e piccole rocce affioranti si continua a scendere, fino ad intercettare un
prato in falso piano. Raggiunta la traccia bianca, si devia a sinistra e si cammina in salita e in un bosco. Poi su un sentiero costeggiato da alcuni alberi, fino ad arrivare alla base della piccola montagna di Terravecchia, sopra la quale è presente la città sannita di Saipins (consigliata una visita). Si aggira la montagnetta di Terravecchia e si continua a scendere su un’evidente mulattiera. In alcuni chilometri si arriva al fontanile e, in salita, si arriva a sfiorare i resti del convento francescano di Santa Maria degli Angeli, detto il Conventino (interessante da vedere). Ora si svolta a destra e in pochissimi metri, in un’apertura di un sentiero con muretti a secco si scende, in breve, all’area archeologica di San Pietro di Cantoni, piccolo gioiello storico-culturale tutto da gustare.
Recuperato il sentiero con muretti a secco, si scende fino ad incrociare una borgata, quella di Cantoni, e una strada asfaltata. Si devia a destra e si segue il nastro bituminoso. Ad un primo incrocio si va a destra e a un secondo a sinistra e in poche decine di metri si è alla magnificente area archeologica di Saepinum-Altilia. La città romana di Saepinum, in località Altilia, sorta lungo il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, si compone di un completo sistema di mura perimetrali, con quattro magnificenti porte d’ingresso e torrioni a distanze regolari, un teatro, le terme, le abitazioni, il foro, la basilica, gli opifici, il decumano e il cardo: tutti ottimamente riportati alla luce e ben mantenuti.
TAPPA 3bis CARPINO: Sepino - Terravecchia
Partenza: Sepino
Arrivo: Terravecchia
Distanza: 3,20 chilometri
Tempo di percorrenza: 1h 20′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: 252+ 95.7- metri
La tappa da Sepino – Terravecchia ha una lunghezza di 3.2 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 252 metri e un dislivello complessivo in discesa di 95.7 metri (tempo di percorrenza di andata di 1h e 20 minuti e tempo di percorrenza di ritorno di 1h).
Dal paese di Sepino si cammina su via Tedeschi, per poi arrivare al Convento della Santissima Trinità, ove è presente anche una fontana.
Si continua a scendere su strada asfaltata, per incontrare due bivi: entrambi vanno intrapresi con la strada che va a sinistra (la prima è in discesa, la seconda in salita). A un successivo bivio si va a destra, per poi continuare a passeggiare su asfalto.
In seguito si incontra un incrocio “a croce” e si prosegue dritto. Si cammina su catrame fino a quando questo termina. In tale lungo tratto si superano numerose case di campagna, fra cui le ultime sono le Masserie Parenti, ove è presente una fontana e inizia lo sterrato.
Poco oltre questo gruppo di case rurali in pietra si cammina in salita e in un bosco. Poi su un sentiero costeggiato da alcuni alberi, fino ad arrivare, fra prati, alla base della piccola montagna di Terravecchia, sopra la quale è presente la città sannita di Saipins (consigliata una visita)
TAPPA 4 ROVELLA: Altilia - Cercepiccola
Partenza: Altilia
Arrivo: Cercepiccola
Distanza: 8,40 chilometri
Tempo di percorrenza: 3h 50′
Difficoltà: E Escurzionistica / T Turistica
Dislivello: 253+ 140-
La tappa Altilia – Villa dei Nerazi – San Giuliano del Sannio -Cercepiccola è lunga 8.4 chilometri circa, con un dislivello totale in salita di 253 metri e un dislivello totale in discesa di 140 metri. Usciti dalla magnifica città di epoca romana di Saepinum-Altilia da Porta
Benevento, si cammina in direzione Sud-Est fino alla località Ponte di Tavole. Il percorso si sviluppa sul Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, il quale è ampio e visibile grazie alla presenza, sui limiti sinistro e destro, di alcune case rurali. Arrivati a un evidente incrocio con una strada asfaltata, ove è presente anche una piccola edicola votiva, si svolta a sinistra e si cammina su asfalto, intercettando la Strada Statale 87 Sannitica in alcune centinaia di metri. Superato l’importante asse viario con un sottopasso, si prosegue su bitume fino ad un evidente incrocio a “V” con una strada bianca. Si mantiene la strada catramata e si prosegue fra campi a foraggio. Successivamente si incrocia prima il fiume Tammaro, il quale possiede un bel bosco ripariale, poi la linea ferroviaria Bosco Redole-Benevento, ormai in disuso, e infine la Strada Provinciale 53.
All’incrocio con questa via, si devia a sinistra e in alcune centinaia di metri si incrocia un’evidente fontana e, poco prima, due piccoli mulini ad acqua. Poco oltre, si arriva a un piccolo caseggiato, alla cui altezza, sotto la scarpata della strada, vi sono i resti di una villa rurale romana, quella della famiglia dei Nerazi. Visitata la piccola area archeologica, si prosegue su strada asfaltata e, dopo pochi metri, si svolta a destra, su una strada minore che sale fra alcune case, per poi raggiungere, svoltando a sinistra a un evidente incrocio, il borgo di San Giuliano del Sannio. Interessante è la visita della parte bassa del paese.
Giunti alla sede del municipio si prosegue in salita, per deviare su via Garibaldi. Ignorato un incrocio che porta a un distributore di carburante per auto, si prosegue per pochi metri sulla Strada Provinciale 54 per Cercepiccola per abbandonarla al successivo
incrocio sulla destra. Si scende sulla strada asfaltata, si costeggiano diverse case e al primo bivio sulla sinistra si prosegue su asfalto, fino a intercettare nuovamente la Strada Provinciale 53. La si percorre per pochi metri e ci si immerge su un evidente sentiero in discesa che va a sinistra. Una volta risalita la vallecola si arriva al paese di Cercepiccola.
TAPPA 4bis ROVELLA: San Giuliano del Sannio - Area Picnic
Partenza: San Giuliano del Sannio
Arrivo: Area Picnic
Distanza: 0,70 chilometri
Tempo di percorrenza: 15′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: +0
La deviazione San Giuliano del Sannio – area picnic ha una lunghezza di 750 metri circa (tempo di percorrenza di andata di 15 minuti e tempo di percorrenza di ritorno di 15 minuti).
Dal centro del paese di San Giuliano del Sannio, ove è presente una bella e grande fontana, si cammina sulla stradina asfaltata che lambisce il punto d’acqua e si incunea fra alcune abitazioni.
In poche decine di metri si arriva a un incrocio. Si sale a destra e fra ampie svolte si raggiunge il campo sportivo di San Giuliano del Sannio, ove è presente un piccolo teatro all’aria aperta e un’area picnic.
TAPPA 5 QUERCUS Minor: Cercepiccola - Cercemaggiore
Partenza: Cercepiccola
Arrivo: Cercemaggiore
Distanza: 13,80 chilometri
Tempo di percorrenza: 7h 50′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: 609+ 268- metri
La tappa Cercepiccola – Cercemaggiore ha una lunghezza di 13.8 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 609 metri e un dislivello complessivo in discesa di 268 metri. Dal palazzo nobiliare di Cercepiccola si supera un minuto giardino pubblico e immediatamente dopo si scende lungo una scalinata, posta sulla destra dell’area verde.
Tramite un viottolo lastricato si raggiunge la strada asfaltata sottostante e si devia a destra. In pochi metri si incontra una stradina sulla sinistra, che subito si trasforma in sterrata, incontrando una casa diroccata. Si mantiene la destra e si supera un’azienda agricola. Lo sterrato scende verso una strada asfaltata interpoderale, costeggiando una collina con un’interessante stratificazione rocciosa. Raggiunta la strada bitumata, si devia a destra e si cammina per un po’ sul catrame, mantenendo la sinistra nei successivi due bivi. In questo pezzo il percorso costeggia campi coltivati, una coppia di capannoni per
l’allevamento, alcune case di campagna e minuti boschi. Superati i capannoni, sulla sinistra, in un’ampia curva a sinistra, si incontra una sterrata che sale nel bosco. La si intraprende, camminando al limite della selva, con a vista un grande campo. Raggiunta la Strada Provinciale 54, si svolta a destra e per circa 400 metri si cammina su di essa, facendo attenzione a deviare a sinistra su un altro sentiero sterrato. Tale traccia si sviluppa in un bosco ceduo e termina su un’asfaltata minore. Mantenendo la destra si cammina sul catrame fino a un evidente bivio a “T”, ove si curva destra.
In poche centinaia di metri si curva a sinistra, in un’altra deviazione ad angolo retto. Si prosegue su asfalto e a un bivio in piena curva si devia a destra, continuando a salire.
Poi, in una decisa curva a sinistra, si lascia l’asfalto per camminare su sterrato. Questo lungo sentiero sale fra cespugli arbustivi e in un contesto paesaggistico notevole, con affacci sul Matese e la valle del fiume Tammaro. Recuperato l’asfalto, si arriva subito a un trivio. Per poco si cammina sulla strada che conduce a Cercemaggiore, per subito
lasciare la strada asfaltata per un’altra bianca, sulla sinistra. Anche qui si è in un bellissimo contesto paesaggistico. Ripresa la Strada Provinciale 86 per Cercemaggiore, la si lascia dopo una piccola serie di curve, per deviare a sinistra e subito a destra. Si ignorano alcuni bivi e si prosegue dritto fino a una fontana, ove si gira a destra e si sale, tra ampie svolte e
un bosco, fin su monte Santa Maria e ridiscendere al paese di Cercemaggiore.
TAPPA 5bis AGOSTINELLO: Cercepiccola - Monte Saraceno
Partenza: Cercepiccola
Arrivo: Monte Saraceno
Distanza: 1,80 chilometri
Tempo di percorrenza: 45′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: 141+ 30- metri
La Tappa Cercemaggiore – Monte Saraceno ha una lunghezza di 1.8 chilometri circa, con un dislivello complessivo in salita di +141 metri e un dislivello totale in discesa di -30 metri (tempo di percorrenza di andata di 45 minuti e tempo di percorrenza di ritorno di 30 minuti). Dalla parte alta del paese si segue via Saraceni in discesa, fino a raggiungere l’incrocio che immette su viale Regina Margherita. Alla biforcazione si va a sinistra e si raggiunge la deviazione per i paesi di Sepino e di Santa Croce del Sannio.
In questo luogo sono presenti altre due strade: si ignora via G. Bozza, oltre alla strada che conduce agli altri due comuni, e si intraprende il viottolo che passa davanti la caserma dell’Arma dei Carabinieri.
La lingua asfaltata in poco spazio si trasforma in stradina bianca, sfiora le ultime case del paese e sale a toccare una piccola fonte d’acqua.
Superato il punto di approvvigionamento idrico si trova una biforcazione. Si prende il sentiero sulla sinistra e si sale decisi fino ad immettersi su un altro tragitto.
Si mantiene la sinistra e, successivamente, si ignora una biforcazione a destra, ove è presente anche una lapide descrittiva dell’area di monte Saraceno. In alcune centinaia di metri, su evidente traccia, si raggiunge una grande croce in ferro e legno. Si è sulla cima del monte Saraceno. Nei pressi di questo luogo vi è presente anche un piccolo osservatorio panoramico in legno e, poco, più in basso, i resti delle mura ciclopiche in opera poligonale di epoca sannita
TAPPA 6 BIANCHETTA: (var. Grano) Cercemaggiore - Santa Maria Quadrano
Partenza: Cercemaggiore
Arrivo: Santa Maria Quadrano
Distanza: 10,70 chilometri
Tempo di percorrenza: 5h 50′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: 262+ 531- metri
La tappa Cercemaggiore – Chiesa Santa Maria a Quadrano ha una lunghezza di 10.7 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 262 metri e un dislivello complessivo in discesa di 531 metri. Questa tappa è molto interessante per i bei panorami sulle colline circostanti e per la Chiesa di Santa Maria a Quadrano.
Dalla parte alta del paese di Cercemaggiore, nei pressi di un’area verde con croce viaria, si scende per strada asfaltata. Alla prima biforcazione a “V” si prosegue a sinistra e si continua a scendere fino a una rotonda spartitraffico. La si supera andando dritto e a una seconda biforcazione a “V” si va a destra, iniziando a camminare su via Colli. Ora si prosegue su strada asfaltata fra prati, alcuni campi coltivati e diverse case di campagna. Ignorando un evidente bivio ad angolo retto sulla destra, si cammina sul catrame per arrivare a una seconda deviazione perpendicolare rispetto al senso di marcia, prima di una curva. Questa volta si devia di novanta gradi a sinistra e, in pochi metri, prima di un
ingresso di una casa, si devia sempre ad angolo retto a destra per iniziare una breve sterrata. Terminata la sterrata si attraversa un’altra strada asfaltata. Si cammina, in discesa, su asfalto e si mantiene sempre la sinistra per evitare un accesso ad alcune case di campagna. Fra numerose case circondate da diversi alberi, si prosegue sul bitume, si incontra una piccola edicola votiva, per poi costeggiare campi coltivati e prati. Quando inizia la salita, la strada perde l’asfalto, per trasformarsi in cemento. Quest’ultimo termina per cedere il passo nuovamente al catrame quando la salita finisce. Ad un’evidente curva a destra con incrocio, si prosegue sulla destra. La strada va avanti dritta e si ignorano quattro strade ad angolo retto.
Ad un incrocio a croce, si devia a destra, sempre ad angolo retto. Per diversi chilometri la strada prosegue netta, incontrando una sola deviazione, perpendicolare e sulla destra, che si ignora. Il percorso cambia leggermente ambienti: ora si cammina fra prati e qualche albero. Immediatamente dopo una chiara e piena curva a sinistra si incontra una biforcazione a “V”: è necessario andare a sinistra. Fra curve, boschi, prati e qualche casa si arriva alla Chiesa di Santa Maria a Quadrano
TAPPA 6bis BIANCHETTA: (var. Grano) Cercemaggiore - Gildone
Partenza: Cercemaggiore
Arrivo: Gildone
Distanza: 2,80 chilometri
Tempo di percorrenza: 1h 00′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: 20+ 192- metri
La tappa Cercemaggiore – Gildone ha una lunghezza di 2.8 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 20 metri e un dislivello complessivo in discesa di 192 metri.
Dalla parte alta del paese di Cercemaggiore, nei pressi di un’area verde con croce viaria, si scende per strada asfaltata. Alla prima biforcazione a “V” si prosegue a sinistra e si continua a scendere fino a una rotonda spartitraffico. La si supera andando dritto e a una seconda biforcazione a “V” si va a destra, iniziando a camminare su via Colli. Ora si prosegue su strada asfaltata fra prati, alcuni campi coltivati e diverse case di campagna. Ignorando un evidente bivio ad angolo retto sulla destra, si cammina sul catrame per arrivare a una seconda deviazione
perpendicolare rispetto al senso di marcia, prima di una curva.
Questa volta si devia di novanta gradi a sinistra e, in pochi metri, prima di un ingresso di una casa, si devia sempre ad angolo retto a destra per iniziare una breve sterrata.
Terminata la sterrata si attraversa un’altra strada asfaltata. Si cammina, in discesa, su asfalto e si mantiene sempre la sinistra per evitare un accesso ad alcune case di campagna. Fra numerose case circondate da diversi alberi, si prosegue sul bitume, si incontra una piccola edicola votiva, per poi costeggiare campi coltivati e prati. Quando
inizia la salita, la strada perde l’asfalto, per trasformarsi in cemento.
Quest’ultimo termina per cedere il passo nuovamente al catrame quando la salita finisce. Ad un’evidente curva a destra con incrocio, si prosegue sulla destra. La strada va avanti dritta e si ignorano due strade ad angolo retto. Alla terza si svolta a sinistra e si scende dolcemente, sempre su asfalto. Fra prati, qualche chiazza di minutissimi boschi e alcuni accessi a case rurali si arriva prima al cimitero di Gildone, per poi raggiungere il paese.
La tappa proposta termina nella piazza principale di Gildone.
TAPPA 7 SOLINA: (var. Grano) Santa Maria Quadrano - Jelsi
Partenza: Santa Maria Quadrano
Arrivo: Jelsi
Distanza: 10,20 chilometri
Tempo di percorrenza: 6h 50′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: 334+ 450-
La tappa Chiesa Santa Maria a Quadrano (Gildone) – Jelsi ha una lunghezza di 10.2 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 334 metri e un dislivello complessivo in discesa di 450 metri. Dalla Chiesa Santa Maria a Quadrano si scende sullo stesso percorso che si fa, in salita, nella tappa 6. Prima di arrivare ad un ampia curva a destra, si devia su una carrareccia, si mantiene la sinistra (per la presenza di un bivio fra tracce sterrate) e si raggiungono alcune case rurali, fra le quali ci si incunea. Lo sterrato si infila in un boschetto posto alle spalle delle case a destra del percorso, poi attraversa una striscia di alberi inframmezzati a campi coltivati, per uscire dalla vegetazione all’altezza di una casolare, Masseria Socci. Superata questa casa di campagna, si raggiunge una strada asfaltata e la si percorre andando a sinistra. Per 1,5 chilometri circa si cammina su bitume, evitando tutti gli accessi alle case. In questo tratto si attraversa prima la località Piano Ischia e poi quella di Piana San Paolo. In questi 1,5 chilometri si incontrano tre case sul lato destro della strada. Pochissimo prima della terza casa, sulla destra, inizia uno sterrato in discesa. Lo si percorre e in pochi metri si attraversa il torrente Carapelle, per poi salire deciso e netto verso Colle Mastrocecco, una collina di 728 metri s.l.m. Poco oltre il corso d’acqua, lo sterrato si trasforma in stradina asfaltata. Si cammina su catrame, ignorando tre biforcazioni rettangolari. Alla quarta biforcazione, che è un evidente incrocio a “T”, si va a destra. In pochissimi metri si svolta nuovamente ad angolo retto, ma questa volta a sinistra. In meno di 500 metri si è a un nuovo incrocio. Si va a sinistra e poi, immediatamente dopo, a destra, passando davanti a un frantoio. In questo tratto si cammina fra numerosi campi di foraggere o di cereali. Fino a quando si incontra un capannone per l’allevamento degli animali si cammina su asfalto, poi diventa protagonista lo sterrato. In alcune decine di metri, il sentiero ne incontra un altro e si va a destra, per poi passare davanti una casa e incontrare nuovamente il catrame. Si svolta a sinistra e si cammina su strada asfaltata fino ad incrociare la Strada Provinciale fra Jelsi e Riccia.
Una volta arrivati sulla via principale, si svolta a sinistra e la si percorre per poco più di 600 metri. In questo pezzo bisogna fare attenzione ad evitare un accesso a una casa e a una strada minore catramata, tutte sulla sinistra. È la seconda stradina asfaltata sulla sinistra quella che interessa il percorso proposto. La si intraprende e si cammina in salita su asfalto fino all’ultima casa, poi si trasforma in sterrato, in seguito si raggiunge nuovamente la Strada Provinciale. Si va a sinistra e in poche centinaia di metri si arriva al paese di Jelsi.
TAPPA 7bis SOLINA: (var. Grano) lo. San Paolo - MUSEG
Partenza: Loc. San Paolo
Arrivo: MUSEG
Distanza: 1,10 chilometri
Tempo di percorrenza: 15′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: +0
La Tappa Località San Paolo – MUSEG ha una lunghezza di 1.1 chilometri circa (tempo di percorrenza di andata di 15 minuti e tempo di percorrenza di ritorno di 15 minuti).
Per raggiungere il museo di comunità della Festa del Grano, ospitato nel convento di Santa Maria delle Grazie di Jelsi, si deve proseguire dritto su asfalto dalla deviazione per la sterrata che scende al torrente Carapelle, presente nel percorso e nella descrizione della tappa 7 Santa Maria a Quadrano – Jelsi. Da questo luogo si cammina su asfalto fino a intraprendere un’ampia curva a sinistra e raggiungere il campo di calcio. All’altezza dell’impianto sportivo si devia a destra, si attraversa la Strada Statale 17 e si seguono le indicazione per la Fondo Valle Tappino,
lungo la quale è posto il luogo di culto e il museo di comunità della Festa del Grano.
Andando leggermente oltre il convento, si arriva a intersecare il percorso della tappa 8 Jelsi – Gildone, potendo arrivare a Gildone o Jelsi.
Tappa 8 FRASSINESE: (var. Grano) Jelsi - Gildone
Partenza: Jelsi
Arrivo: Gildone
Distanza: 6,90 chilometri
Tempo di percorrenza: 3h 00′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: 287+ 303- metri
La tappa Jelsi – Gildone ha una lunghezza di 6.9 chilometri , con un dislivello complessivo in salita di 287 metri e un dislivello complessivo in discesa di 303 metri. Si attraversa l’abitato di Jelsi e superato il Palazzo Civico, si svolta a sinistra su via Marconi, che si segue
mantenendo la destra. Incrociata la Strada Statale 17, si intraprende una strada minore in discesa, denominata via Costarella.
Quando questa curva decisamente a destra, si va a sinistra, iniziando a camminare su sterrato, incuneandosi fra boschi e campi coltivati. Superato il torrente Carapelle, si mantiene la destra e si risale la non accentuata valle. In pochi passi si incontra una stradina catramata e si mantiene la sinistra, arrivando a un incrocio. A tale biforcazione si
va prima a destra e subito dopo a sinistra, ritornando a camminare su una strada bianca fra campi coltivati. A un’evidente incrocio con uno sterrato sulla destra, si cammina su terra battuta ed erba, costeggiando alcuni boschi fra due campi coltivati.
Lo sterrato incrocia nuovamente la Strada Statale 17. Ora si svolta a sinistra, si cammina per pochissimi metri sul catrame, per trovare una strada bianca sulla destra. La si percorre e in poche centinaia dimetri si riattraversa la strada principale, andando dritti.
Evitando due bivi, si mantiene la sinistra per attraversare una piccolissima macchia alberata e, poi, camminare su sterrata fra campi coltivati, prati e di nuovo un bosco. Si cammina nuovamente sulla Strada Statale 17 per poche decine di metri e a un’evidente
biforcazione a “V” si va a sinistra. Si cammina su asfalto per alcune centinaia di metri. In seguito, fra prati e boschi, costeggiando il monte San Valentino si arriva ad intercettare nuovamente la Strada Statale 17 e tramite essa arrivare alla piazza principale di Gildone, ove termina la tappa descritta.
Tappa 9 SARAGONELLA ROSSA DEL SANNIO: (var. Grano) Gildone - Mirabello
Partenza: Gildone
Arrivo: Mirabello
Distanza: 7,50 chilometri
Tempo di percorrenza: 3h 50′ circa
Difficoltà: T Turistica
Dislivello: 182+ 239-
La tappa Gildone – Mirabello Sannitico ha una lunghezza di 7.5 chilometri, con un dislivello complessivo in salita di 182 metri e un dislivello complessivo in discesa di 239 metri. Dalla piazza principale di Gildone, ove è presente il monumento ai caduti delle due guerre mondiali, si intraprende la stradina in discesa posta alle spalle della statua commemorativa. Ad una curva a gomito che va a sinistra, ci si incunea fra le case attraverso una scalinata, per raggiungere un’altra strada asfaltata sottostante. Superate le abitazioni si svolta a sinistra e tramite una strada catramata si risale per raggiungere, dopo una serie di curve, la Strada Statale 17, percorrendola in direzione Campobasso (a destra). Dopo aver superato l’accesso al campo sportivo del paese, nella curva successiva si va a destra, camminando sempre su asfalto.
Ad un incrocio si curva decisamente a destra e si sale, sempre su bitume. Terminata la salita, si incontra un’evidente incrocio “ a croce”, si va a sinistra e si cammina su asfalto fra campi coltivati e alberi che delimitano la via. In alcuni tratti è possibile ammirare un bel panorama sulle colline circostanti. Incrociata la Strada Provinciale 165 si va dritti, per mantenere la destra e superare alcune attività di allevamento animali con evidenti capannoni. Dopo un rettilineo, iniziano una serie di curve, ove è presente anche una casa di campagna. Superata questa, si devia a destra su un’evidente sterrata, che scende per un bel tratto, di 1,3 chilometri, fra campi coltivati, prati e piccole presenze boschive.
Recuperato l’asfalto di una stradina minore ove questa strada curva decisamente ad angolo retto a sinistra, rispetto al senso di marcia di chi cammina, si mantiene la destra e si prosegue dritti. Il pezzo di asfalto su strada comunale è lungo poco più di 1,5 chilometri. In questo tratto si ignorano tutte le stradine di accesso delle diverse abitazioni presenti e un bivio ove sono presenti alcuni cartelli direzionali per una pizzeria e un oleificio, fra gli altri. A questo bivio si va a destra, così come a un successivo, ravvicinato, incrocio. In località Ponte Rotto, ove è presente anche una chiesa rurale, si supera il torrente Tappino su agevole piccolo viadotto e si svolta, a sinistra, sulla Strada Provinciale 57 per Mirabello Sannitico. Ora si cammina su questa strada fino al depuratore del paese. Superatolo, si devia a sinistra, in salita, e si raggiunge il sovrastante borgo di Mirabello Sannitico, meta finale di questa tappa.
Tappa 10 CERRO: San Giuliano M. Verde - Mirabello
Partenza: San Giuliano
Arrivo: Mirabello
Distanza: 10,50 chilometri
Tempo di percorrenza: 4h 20′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: 449+ 379-
La tappa San Giuliano del Sannio – Monte Verde di Vinchiaturo – Mirabello Sannitico è lunga 10.5 chilometri circa, con un dislivello complessivo in salita di 449 metri e un dislivello complessivo in discesa di 379 metri (tempo di percorrenza di andata di 4h e 20 minuti e tempo di percorrenza di ritorno di 4h). Dal centro abitato di San Giuliano del
Sannio si cammina sulla strada principale del paese, in direzione Campobasso. Procedendo in salita, si supera il bivio asfaltato, presente sulla destra, per il paese di Cercepiccola. Subito poco dopo, sempre sulla destra, si intraprende la strada asfaltata che conduce al cimitero del piccolo agglomerato urbano. Raggiunto e superato il luogo
di sepoltura, si prosegue dritto, per poi svoltare a sinistra, su una breve salita. Terminata la brevissima ascesa, si gira immediatamente a destra e in pochissimo spazio, subito a sinistra, per intraprende una lunga strada asfaltata in salita, costeggiata da alberi. Tale stradina arriva ad aggirare prima il Colle la Guardia e, successivamente, il Colle Grosso. Fra curve e rettilinei, la strada inizia a scendere e abbandona il bosco a
maggioranza di cerri, per svilupparsi fra prati e campi coltivati. Piano piano si intercetta la Strada Statale 17, che si percorre in direzione Cercemaggiore-Gildone (sulla destra).
Dopo poco più di 500 metri si lascia la Strada Statale per imboccare una strada asfaltata minore sulla sinistra. Si è in un punto molto interessante per il panorama offerto sulla valle del torrente Tappino e la piccola montagna La Rocca (o Monte Verde). In pochi metri si lascia la stradina, per intraprendere uno sterrato fra campi coltivati e prati. Lo sterrato scende e sale fino ad intercettare la Strada Provinciale 135, che si inizia a percorrere, svoltando a destra, in direzione Mirabello Sannitico. Raggiunta e superata una fontana, presente sulla sinistra della strada, si cammina fino all’evidente bivio per la chiesa di Santa Maria di Monteverde e la località di Monte Verde di Vinchiaturo.
In questo tratto si sale su stradina sempre asfaltata, presente sulla sinistra della strada principale, fino ad arrivare alla bella chiesa, posta in un luogo interessantissimo per storia e panorama. Infatti il monte la Rocca ha ospitato uno dei primi e più importanti e potenti monasteri del Molise, quello di Terra Montis Viridis. Ridiscesi sulla Strada Provinciale 135 sullo stesso percorso fatto all’andata per salire su Monte Verde di Vinchiaturo, si supera una evidente curva ad “esse” e alla prima traversa si svolta a destra. Successivamente, a un’altra svolta perpendicolare si gira a sinistra e poi si scende rapidamente fino al paese di Mirabello Sannitico.
Cartoguida turistica
La guida informativa è destinata a coloro che desiderano intraprendere il cammino.
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Equipaggiamento e consigli utili
Le escursioni richiedono abbigliamento e attrezzatura specifica. Anche in occasione di uscite relativamente brevi e agevoli, è sempre meglio essere ben equipaggiati per non incorrere in spiacevoli sorprese e per fronteggiare imprevisti come ad esempio un temporale improvviso o un calo di energia: anche gli imprevisti fanno parte del divertimento.
Cosa portare durante un escursione:
- calzature adeguate di buona qualità
- abbigliamento di ricambio in base alle condizioni meteo
- scorta d’acqua adeguata in base al proprio fabbisogno (da 1 a 2 litri considerate temperatura, possibilità di rifornimento, durata del percorso), una bevanda calda se è inverno
- telo termico
- snack (esempio, frutta secca o barrette)
- giacca antivento e antipioggia
- mini kit di pronto soccorso (bende, cerotti di varia misura, salviette disinfettanti, garze sterili, forbicine, guanti in lattice, farmaci personali …)
- maglia e calze di ricambio
- coltellino, multiuso se possibile
- crema solare
- occhiali da sole e cappelllino
- cappello nei mesi invernali
- torcia
- batteria di riserva o una batteria ausiliaria esterna per il telefono
Multimedia
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Di Borgo in Borgo, un viaggio lento tra meraviglie da esplorare. Un percorso escursionistico ad anello lungo 80 km che attraversa 9 suggestivi borghi dell’Alta Valle del Fiume Biferno ai piedi della montagna del Massiccio del Matese. Un’avventura che combina cultura, tradizione e natura, offrendo ai visitatori un’esperienza unica e coinvolgente.
Il percorso, pensato per camminatori alla ricerca di autenticità, è arricchito da una navigazione GPS che rende ogni punto di interesse facilmente raggiungibile. Ogni tappa è accompagnata da informazioni dettagliate che raccontano la storia e le curiosità dei luoghi visitati, permettendo di scoprire il fascino e l’unicità di ogni borgo.
Protagonista di questo itinerario è la Natura con la sua biodiversità e, soprattutto, l’acqua. Questo elemento vitale lega i borghi attraversati dove sgorgano sorgenti tra le più pure d’Italia. L’acqua non solo alimenta la vita del territorio, ma ha anche modellato la storia economica e produttiva delle comunità locali muovendo con la sua forza numerosi mulini sparsi nel territorio. A Santa Maria del Molise, ad esempio, l’acqua ha dato origine al Parco dei Mulini, un luogo dove numerose macine in sequenza un tempo lavoravano all’unisono ed oggi fruibili grazie a un progetto di riqualificazione. Inoltre, il percorso offre anche opportunità di apprendimento con attività didattiche innovative grazie a un sistema di monitoraggio avanzato che consente di conoscere la qualità dell’acqua e dell’aria, mentre un laboratorio didattico permette di esplorarne la chimica e la fisica, offrendo una comprensione più profonda di questo elemento prezioso.
Accessibile a tutti, il Bio Percorso è percorribile a piedi, a cavallo o in mountain bike, scegliendo un’esperienza di uno o più giorni. Ogni borgo offre la possibilità di dormire, degustare piatti tipici, visitare castelli, fontane, grotte e canyon; il tutto immergendosi nelle tradizioni locali. Per i più avventurosi, invece, è disponibile un innovativo Exploration Game; un gioco interattivo che, tramite il proprio smartphone, guida alla scoperta di luoghi, storie e leggende dei borghi attraversati.
Direzione da seguire
L’anello escursionistico è stato progettato per essere percorso in entrambe le direzioni, tuttavia, l’intero sistema informativo e digitale è ottimizzato per la fruizione in senso antiorario. I Borghi attraversati sono Bojano, San Polo Matese, Vinchiaturo, Colle d’Anchise, Spinete, Santa Maria del Molise, Cantalupo nel Sannio, Roccamandolfi, San Massimo.
Le Tappe n° 3 Vinchiaturo – Colle D’Anchise e n° 7 Colle D’Anchise – Spinete includono due attraversamenti fluviali che, in determinate condizioni meteorologiche, possono risultare impraticabili. Si raccomanda di prestare particolare attenzione alla segnaletica installata lungo questi tratti, poiché fornisce indicazioni utili e suggerisce percorsi di “variante” in caso di necessità.
Per poter affrontare un’esperienza autentica e completa sul percorso Di Borgo in Borgo lungo il tracciato troverai la segnaletica ufficiale del CAI (Club Alpino Italiano), studiata per guidarti in ogni fase del percorso quali: Frecce segnavia – Bandierine di conforto – Pannelli informativi. Durante il tuo viaggio attraverso i 9 paesi del percorso, avrai a disposizione diversi strumenti informativi e interattivi, tra cui:
- Pannelli Informativi, che offrono approfondimenti sulla storia, le peculiarità dei luoghi e una mappa sintetica utile per una rapida consultazione
- Tabelle “Lo sapevi che?“, ricche di curiosità e aneddoti sui borghi attraversati
- Tabelle di Pericolo e di Avviso, per segnalare eventuali rischi o informazioni importanti
- Skyline, che offrono una rappresentazione degli orizzonti mozzafiato.
Questi strumenti forniscono informazioni preziose e complementari alla Cartoguida. Inoltre, puoi accedere a contenuti digitali aggiuntivi sulla piattaforma diborgoinborgo.cloud, o tramite il QR-Code presente sui diversi strumenti informativi lungo il percorso.
TAPPA 1 Bojano - San Polo Matese
Partenza: Bojano (480 s.l.m.)
Arrivo: San Polo Matese (751 s.l.m.)
Distanza: 6,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 1h 40′
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +250 -15
Asfalto 70% – Strada Bianca 10% – Strada sterrata 10% – Sentiero naturale 10%
Bojano è un Comune dalle origini molto antiche, la sua fondazione, infatti, risale all’antico Sannio e il suo nome legato è alla sua origine leggendaria: il bove e la tradizione sannita del Ver Sacrum. Il paese sorge su una pianura alluvionale ai piedi del massiccio del Matese che separa il Molise dalla Campania; Bojano è attraversata dal Calderari un affluente del Biferno ed è stata per secoli una delle città principali del Molise; fu capitale dei Sanniti-Pentri e la storia di questo popolo è legata a quella di Bojano; le sanguinose guerre sannitiche del IV-III sec. a.C., coinvolsero direttamente la città che a seguito dell’inevitabile conquista romana divenne un importante municipio.
La prima tappa, la più breve, si snoda dalla piazza centrale e da qui ti porterà a San Polo Matese: muovi i primi passi nella magia degli scrosci d’acqua, passando per la sorgente di “Pietre Cadute”, in direzione sud-est. Uscito dal centro abitato percorrerai la stretta strada asfaltata di Via Turno che costeggia il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, e la linea ferroviaria sarà sulla tua destra lungo il cammino. Il fondo stradale dell’intera tratta è misto, con prevalenza di asfalto, e per i primi chilometri il percorso è pianeggiante. Dopo circa 3 chilometri dalla partenza, con una svolta a destra di 90°, il percorso lascia il Tratturo e affronta una leggera e costante salita che culmina con un tratto più ripido per raggiungere finalmente il borgo. Il paesaggio attraversato è principalmente rurale, con una parte residenziale all’uscita da Bojano. Lungo il tracciato passerai accanto a due delle sorgenti più abbondanti del Massiccio del Matese, le sorgenti di Pietre Cadute e del Rio Freddo. La seconda parte del percorso offre anche una piacevole ombra grazie agli alberi che costeggiano il sentiero, rendendo la camminata più confortevole nelle giornate calde. Si tratta, cioè, di un tratto ideale, mistico, per immergerti gradualmente nella natura circostante e per prepararti alle tappe successive.
TAPPA 2 San Polo Matese - Vinchiaturo
Partenza: San Polo Matese (751 s.l.m.)
Arrivo: Vinchiaturo (622 s.l.m.)
Distanza: 12,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 3h 00′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +215 -320
Asfalto 77% – Strada Bianca 10% – Strada sterrata 10% – Sentiero naturale 3%
San Polo Matese è un piccolo Comune molisano situato alle falde del Massiccio del Matese. Le informazioni sull’origine del paese sono ancora incerte, ma è certa l’occupazione di questo territorio sin dall’epoca sannitica. L’ubicazione del paese, 751 m s.l.m., è certamente indice di una delle ragioni della sua fondazione, ovvero il controllo delle vie di comunicazione e del territorio pedemontano. La caratteristica principale del paese è la sua ricca collezione di fossili risalenti all’era mesozoica, le “rudiste”, presenti in tutto il territorio, alcune delle quali conservate nel Palazzo storico Rogati. La camminata inizia con la discesa verso la valle che raggiungerai percorrendo uno stretto sentiero a tangente dei numerosi tornanti utilizzati per arrivare a San Polo Matese in auto. Giunti alla strada asfaltata della SP95, prosegui per alcune centinaia di metri lungo la stessa, fino a raggiungere la suggestiva chiesetta campestre di San Michele, dove svolti a sinistra, lasciando la strada provinciale. Da qui, il percorso continua su strade secondarie comunali giungendo perpendicolarmente al Regio Tratturo, che seguirai in direzione sud-est. Dopo aver percorso un tratto pianeggiante, arriverai alla SP67, una strada rettilinea che conduce al borgo di Campochiaro; svolta a sinistra, procedendo lungo la provinciale verso nord-est, raggiungendo così l’attraversamento della SS17 “Sannitica”. Oltrepassata la strada statale, prosegui su strade secondarie asfaltate fino a raggiungere Vinchiaturo. Questa tappa segna l’abbandono del percorso pedemontano del Matese, conducendoti sul versante opposto della piana di Bojano, dove il paesaggio diventa collinare, regalando viste spettacolari del massiccio montuoso. Dalla zona di San Polo Matese fino al percorso tratturale, il paesaggio è dominato da boschi e alcune abitazioni sparse. Tuttavia, avvicinandoti all’attraversamento della SS17, l’immersione nella natura è temporaneamente interrotta da una piccola zona industriale. Il resto del percorso si sviluppa tra dolci colline punteggiate di appezzamenti agricoli e case di campagna, offrendo un piacevole contrasto tra tradizione e modernità.
TAPPA 3 Vinchiaturo - Colle D'Anchise
Partenza: Vinchiaturo (622 s.l.m.)
Arrivo: Colle D’Anchise (649 s.l.m.)
Distanza: 10,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 3h 00′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +360 -340
Asfalto 70% – Strada Bianca 20% – Strada sterrata 10% – Sentiero naturale 0%
Il paese di Vinchiaturo è appollaiato tra il Massiccio del Matese e la città di Campobasso. Il suo territorio si adagia tra la valle del Biferno e quella del Tammaro, in corrispondenza di un valico appenninico naturale che, grazie alla sua quota relativamente bassa, veniva preferito come via di passaggio per antiche arterie di comunicazione, poi riprese dalla viabilità moderna. Molti sono i luoghi di culto e d’interesse che meritano di essere visitati partendo proprio dalla chiesa parrocchiale, la quale si erge sulla parte più alta del centro abitato.
ATTENZIONE! Questa tappa prevede l’attraversamento del guado sul Torrente Quirino. Si consiglia di leggere attentamente la segnaletica di pericolo installata a Vinchiaturo e valutare, prima della partenza, se sia opportuno evitare il guado. Lasciato alle spalle il borgo di Vinchiaturo, si prosegue verso la prossima meta: Colle d’Anchise. Il percorso si snoda tra dolci saliscendi che, in pochi chilometri, ti conducono a un panoramico incrocio di valico. Da qui, una lunga discesa attraverso i boschi, ci porta a valle raggiungendo il “livello del fiume Biferno”, nel punto in cui si raccolgono tutti gli affluenti e si uniscono in un unico corso d’acqua che scorre verso il mare. Arrivati nel fondo valle si affronta il guado del Torrente Quirino. Superato il torrente, dopo poche centinaia di metri, inizia una salita asfaltata che ci conduce direttamente al cuore del borgo di Colle d’Anchise. Il paesaggio collinare che ti circonda è piacevole, ampio, dona respiro e sollievo grazie alle splendide vedute che si aprono lungo il cammino. In uscita da Vinchiaturo e in ingresso a Colle d’Anchise, il paesaggio è caratterizzato da case coloniche e villette di campagna, circondate da piccoli appezzamenti coltivati, che rendono il percorso ancora più suggestivo e ricco di fascino rurale. L’attraversamento del guado e la vegetazione fluviale della valle daranno un pizzico di avventura a questa tappa.
TAPPA 4 Colle D'Anchise - Spinete
Partenza: Colle D’Anchise (649 s.l.m.)
Arrivo: San Polo Matese (600 s.l.m.)
Distanza: 6,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 1h 45′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +215 -225
Asfalto 41% – Strada Bianca 37% – Strada sterrata 22% – Sentiero naturale 10%
Situato strategicamente all’ingresso della valle del fiume Biferno, il territorio di Colle d’Anchise vanta una storia che risale all’età sannita, come testimoniano i frammenti di ceramica rinvenuti, datati tra il IV e il II secolo a.C. Nella parte alta dell’antico abitato, meritano una visita i ruderi del castello, che offrono spettacolari panorami a 360 gradi sulla vallata circostante.
Il percorso di questa tappa inizia in Piazza Europa, da dove si prosegue verso ovest lungo Via S. Sisto in direzione di Spinete. Uscito dal centro abitato, il cammino si allontana dalle strade principali e si inoltra tra campi coltivati e piccoli boschi. L’armonia dell’anima agreste e boschiva del territorio suscita fascino e quiete. Il sentiero segue le dolci curve delle colline, che offrono splendidi scorci sulla piana di Bojano. L’itinerario prosegue su un lieve falsopiano, fino a raggiungere un punto panoramico da cui potrai ammirare la vista di Spinete. A questo punto, inizia una discesa che ti conduce al Fosso Fontanone, per poi risalire verso le prime case del borgo antico.
L’intera tappa si snoda attraverso una splendida zona collinare, a vocazione agricola, che regala incantevoli panorami sulla pianura di Bojano, con l’imponente Massiccio del Matese che svetta sullo sfondo.
Un percorso che unisce la bellezza della natura incontaminata e il fascino della storia, ideale per gli amanti delle escursioni ambientali.
TAPPA 5 Spinete - Santa Maria del Molise
Partenza: Spinete (600 s.l.m.)
Arrivo: Santa Maria del Molise (587 s.l.m.)
Distanza: 16,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 5h 00′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +630 -635
Asfalto 55% – Strada Bianca 7% – Strada sterrata 36% – Sentiero naturale 2%
Questa giornata ti porta lungo la tappa più lunga e suggestiva del Cammino, fino a Santa Maria del Molise, un borgo incantevole incastonato ai piedi della Montagnola Molisana. Qui il Rio si ramifica in esili canali di acqua cristallina, che attraversano il paese e creano un’atmosfera magica e rilassante. L’acqua è l’anima del borgo, espressione di vita: nel tempo, ha favorito la costruzione di numerosi mulini che oggi arricchiscono il Parco dei Mulini, un percorso affascinante che racconta la storia e la tradizione del luogo.
Il tuo viaggio inizia nella pittoresca Spinete, in Piazza Largo Fontana, da dove parti verso Macchiagodena, un’affascinante tappa intermedia. Lasciato il centro abitato, il percorso si sviluppa a mezza costa, con l’imponente Massiccio del Matese che si staglia alla tua sinistra. Lungo il cammino, il paesaggio cambia e inizia a farsi strada la vista della Montagnola Molisana, circondata da aree naturalistiche protette e boschi rigogliosi. Attraversa le prime contrade di Macchiagodena, dove potrai concederti una pausa per ammirare il panorama.
Dopo una breve esplorazione del borgo e del suo castello, riprendi il cammino su un percorso panoramico che ti conduce verso Sant’Angelo in Grotte, un’altra tappa intermedia ricca di fascino e storia, meritevole di una visita approfondita nei suoi stretti vicoli, per raggiungere la Cripta della chiesa di San Pietro in Vincoli e la Grotta di San Michele Arcangelo.
Sei quasi arrivato alla fine di questa lunga e scenografica tappa. Ora ti aspetta una ripida discesa a valle attraverso una pineta pittoresca, che ti accompagna fino alle prime case di Santa Maria del Molise, pronte a svelarti gli ultimi tesori di questo cammino straordinario.
TAPPA 6 Santa Maria del Molise - Cantalupo nel Sannio
Partenza: Santa Maria del Molise (587 s.l.m.)
Arrivo: Cantalupo nel Sannio ( 580 s.l.m.)
Distanza: 7,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 1h 40′
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +50 -90
Asfalto 69% – Strada Bianca 27% – Strada sterrata 4% – Sentiero naturale 10%
Santa Maria del Molise è un incantevole borgo ai piedi della Montagnola Molisana. Le acque cristalline del Rio si diramano attraverso il borgo lungo piccoli canali che attraversano il centro abitato creando un’atmosfera unica. L’acqua è la vera anima viva di questi luoghi e ha indotto, nel tempo, la costruzione di numerosi mulini che, oggi, sono i protagonisti nel suggestivo Parco dei Mulini. Questo parco è il punto di partenza ideale per la sesta tappa del tuo cammino.
Partendo dalla estrema periferia della piana di Bojano, lascia alle spalle la Montagnola Molisana e inizia un percorso prevalentemente pianeggiante che attraversa l’ampia pianura alluvionale, dirigendoti verso il Massiccio del Matese, anticipato solo dalle dolci colline che ospitano il borgo di Cantalupo nel Sannio. Il sentiero è perlopiù pianeggiante, eccetto per il tratto finale, che sale leggermente fino ad arrivare a Cantalupo nel Sannio.
Il paesaggio è caratterizzato da terreni pianeggianti, adibiti a pascoli e piccoli coltivi; abitazioni sparse punteggiano le sinuosità del territorio come fiori in un prato e, allo stesso modo, aumentano di densità man mano che ti avvicini alla statale 87 e alla frazione di Taverna di Cantalupo, nevralgico punto di transito. Superata la strada statale, gli ultimi chilometri di cammino ti accompagnano attraverso sei piccoli agglomerati di case, frazioni tipiche che arricchiscono e incorniciano il territorio di Cantalupo.
Si conclude così questa tappa, in un ambiente rurale e autentico, immerso nella bellezza agreste e nella quiete dei piccoli borghi molisani.
TAPPA 7 Cantalupo nel Sannio - Roccamandolfi
Partenza: Cantalupo nel Sannio (580 s.l.m.)
Arrivo: Roccamandolfi (850 s.l.m.)
Distanza: 6,50 chilometri
Tempo di percorrenza: 2h 10′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +350 -135
Asfalto 61% – Strada Bianca 15% – Strada sterrata 24% – Sentiero naturale 10%
Cantalupo nel Sannio, borgo di origine medievale sorto probabilmente in epoca longobarda, è situato tra le due province molisane e occupa un luogo strategico in una rete di antichi percorsi che hanno favorito il suo sviluppo economico e commerciale sin dai tempi più remoti. Questo “crocevia del Sannio” rappresenta il punto di partenza ideale per la settima giornata di cammino, lungo un antico tracciato che conduce al suggestivo borgo di Roccamandolfi.
ATTENZIONE! Questa tappa prevede l’attraversamento del guado sul Torrente Callora. Si consiglia di leggere attentamente la segnaletica di pericolo installata lungo il percorso e valutare in anticipo se evitare il guado. Lasciato il centro abitato, il percorso inizia con una breve ma ripida salita su asfalto che si snoda per qualche centinaio di metri. Superata questa prima fatica, il cammino ti porta attraverso piccole frazioni isolate e tranquille: piccoli stralci di bellezza cristallizzati nel tempo, il quale non ha scalfito il loro fascino. Raggiunta la strada provinciale, il sentiero si addentra tra campagne solitarie e inizia una discesa graduale verso la valle del Torrente Callora. Una volta guadato il torrente, la strada riprende in salita, guidandoti verso Roccamandolfi. Lungo tutto il tragitto, il paesaggio regala panorami spettacolari sul Massiccio del Matese, con il Monte Miletto che si innalza imponente fino a 2050 m s.l.m., dominando l’orizzonte. I tuoi passi ti porteranno attraverso colline morbide e sinuose, abitate da campi coltivati e boschi di latifoglie, alternati a piccole abitazioni rurali, antiche testimonianze della vita contadina. Questa tappa ti immerge in un ambiente naturale autentico e silenzioso, accompagnato dalla maestosa presenza del Matese. Un percorso ideale per chi desidera vivere il fascino rurale e selvaggio del Molise.
TAPPA 8 Roccamandolfi - San Massimo
Partenza: Roccamandolfi (850 s.l.m.)
Arrivo: San Massimo (630 s.l.m.)
Distanza: 7,50 chilometri
Tempo di percorrenza: 2h 30′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +280 -460
Asfalto 54% – Strada Bianca 30% – Strada sterrata 10% – Sentiero naturale 6%
Il nome Roccamandolfi trae origine dalla sua storica Rocca, un castello fortificato risalente all’epoca longobarda. Questo incantevole borgo è scenograficamente incastonato tra le bianche rocce della montagna, e da lontano si presenta come un autentico presepe. Adagiato sulle pendici del Matese, il borgo appare senza tempo e denso di fascino. Ogni vicoletto racconta storie di brigantaggio, oggi celebrate in un caratteristico museo multimediale che ne custodisce la memoria.
Il cammino prosegue in direzione di San Massimo, seguendo la strada comunale pedemontana. Qui, il percorso alterna tratti asfaltati, sterrati e sentieri naturali, offrendo un’esperienza variegata e immersiva. I dislivelli sono distribuiti in modo equilibrato lungo tutta la tappa, ad eccezione di brevi tratti con pendenze più accentuate che richiedono un impegno maggiore. La meraviglia che questi luoghi regalano allo sguardo saprà ripagare ogni sforzo. La metà del percorso si snoda in un fitto bosco di latifoglie, ricco di castagni, mentre l’altra metà si sviluppa tra pascoli e orti che si affacciano su panorami mozzafiato. Il paesaggio è caratterizzato dalla montagna a destra e dalla vasta pianura di Bojano a sinistra, testimoniando una tradizione pastorale viva e pulsante, con allevamenti e praterie che punteggiano il paesaggio. Piccoli orti, boschi e case rurali sparse completano questo quadro idilliaco, invitandoti a scoprire la bellezza di Roccamandolfi e dei suoi dintorni. Preparati a immergerti in un’avventura che unisce storia, natura e tradizione.
TAPPA 9 San Massimo - Bojano
Partenza: San Massimo (630 s.l.m.)
Arrivo: Bojano (480 s.l.m.)
Distanza: 6,50 chilometri
Tempo di percorrenza: 1h 40′ circa
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +0 -120
Asfalto 66% – Strada Bianca 22% – Strada sterrata 12% – Sentiero naturale 0%
L’abitato di San Massimo vanta origini medievali, risalenti all’XI e XII secolo. Fondato attorno a una struttura fortificata situata su un costone roccioso, oggi sono visibili i ruderi di questa antica fortificazione nella parte alta del paese. La storia feudale di San Massimo è intimamente legata a quella di Bojano, rendendo questo luogo particolarmente affascinante. Il percorso da seguire, che ti condurrà nuovamente a Bojano, tappa iniziale di tutto il cammino, è quasi interamente pianeggiante. Dopo aver percorso poche centinaia di metri in discesa, infatti, raggiungerai la “Piana di Bojano”, lì dove il percorso lascia l’asfalto e si immette su un’isolata “strada bianca”, che scorre dolcemente verso valle, attraversando la frazione di Castellone.
Circondati da campi coltivati e pascoli, il paesaggio cambia in prossimità dell’ingresso a Bojano, dove l’espansione urbana in direzione delle principali vie di comunicazione anticipa zone residenziali con moderne ville, miste ad antichi fabbricati rurali.
Cartoguida turistica
La Cartoguida Turistico-Escursionistica Di Borgo in Borgo è in distribuzione gratuita e fornisce una panoramica completa del percorso, una mappa dettagliata, la descrizione delle singole tappe, informazioni generali sul territorio, consigli sull’equipaggiamento e suggerimenti utili per vivere al meglio l’esperienza.
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Strumenti aggiuntivi
Per poter affrontare un’esperienza autentica e completa sul percorso accedi alla piattaforma digitale diborgoinborgo.cloud. Ti supporta nella navigazione lungo i percorsi, semplificando l’accesso ai punti di interesse e alle informazioni utili. Potrai consultare le schede descrittive dei POI (Point of Interest) e dei servizi turistici, ludici e didattici, corredate di immagini, link e la funzione “GoTo”. Diventa il protagonista della tua avventura esplorativa con l’app Exploration Game Di Borgo in Borgo, un gioco interattivo che ti guiderà nell’esplorazione del territorio lungo il percorso. Accedi all’App, consulta il regolamento e inizia a giocare. Il tuo obiettivo sarà accumulare punti risolvendo indizi, esplorando i borghi e scoprendo “tesori nascosti” spesso sconosciuti.
Equipaggiamento e consigli utili
Le escursioni richiedono abbigliamento e attrezzatura specifica. Anche in occasione di uscite relativamente brevi e agevoli, è sempre meglio essere ben equipaggiati per non incorrere in spiacevoli sorprese e per fronteggiare imprevisti come ad esempio un temporale improvviso o un calo di energia.
Per prepararti al meglio per il percorso, consulta attentamente le informazioni sul tragitto e sulle previsioni meteo e climatiche.
Cosa portare durante un escursione:
- calzature adeguate di buona qualità
- abbigliamento di ricambio in base alle condizioni meteo
- scorta d’acqua adeguata in base al proprio fabbisogno (da 1 a 2 litri considerate temperatura, possibilità di rifornimento, durata del percorso), una bevanda calda se è inverno
- telo termico
- snack (esempio, frutta secca o barrette)
- giacca antivento e antipioggia
- mini kit di pronto soccorso (bende, cerotti di varia misura, salviette disinfettanti, garze sterili, forbicine, guanti in lattice, farmaci personali …)
- maglia e calze di ricambio
- coltellino, multiuso se possibile
- crema solare
- occhiali da sole e cappelllino
- cappello nei mesi invernali
- torcia
- batteria di riserva o una batteria ausiliaria esterna per il telefono
Multimedia
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Il Bio Percorso La Ciclovia Alto Biferno interessa i comuni di Casalciprano, Busso, Oratino, Petrella Tifernina e Ripalimosani, e consente di immergersi nella storia, cultura ed arte che caratterizzano questi piccoli centri dell’Alto Biferno. È un percorso ricco di storia, ma allo stesso tempo conserva un’elevata attrattiva naturalistica, sia sotto il profilo paesaggistico che ambientale caratterizzato da una elevata biodiversità.
Direzione da seguire
In allestimento…..
Realizzato in collaborazione con le Aziende locali:
- Ruscitto Alessandro – Produttore carni e salumi Maiale Nero – Petrella Tifernina;
- Trucco Dario – Produttore Miele Biologico – Petrella Tifernina;
- Daniele Sardella – Azienda casearia – Oratino;
- Cantina Vinica – Ripalimosani.
E delle associazioni:
- “Tifernum Bikers”;
- “Apertamente”;
- “Verde Mediterraneo”;
- “Molise for All”;
- “Il Molise non esiste”;
- “SimposioRipa”;
- “Nuova Pro Loco Ripalimosani”;
- “Pro Loco Petrella Tifernina”;
- Guardie Ambientali di Campobasso;
- Associazione ASD “Equites Viae Traianae”;
- “Curatores Viarum Novum iter – Rete Francigena”.
TAPPA 1 Petrella Tifernina - Ripalimosani
Partenza: Petrella Tifernina
Arrivo: Ripalimosani
Distanza: 0,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 0h 00′
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +0 -0
Petrella Tifernina, comune in provincia di Campobasso, si trova su una collina a circa 800 metri sul livello del mare, offrendo quindi panorami mozzafiato sulla vallata del fiume Trigno e sui monti del Matese. Questo pittoresco borgo medievale è caratterizzato da stretti vicoli, antiche case in pietra e suggestivi scorci che lo rendono un luogo di grande fascino e bellezza. La sua posizione panoramica e l’atmosfera tranquilla lo rendono una meta ideale per chi cerca relax e contatto con la natura. Da vedere la Chiesa di San Giorgio Martire risalente al XII secolo, dedicata al santo patrono di Petrella. La chiesa, in stile romanico, nel 1901 è stata dichiarata monumento nazionale. Affiancato al complesso monumentale c’è il campanile alto circa 30 metri, ottimamente conservato e visitabile con un servizio guide dell’Associazione Culturale Mysteria Templi.
Da non perdere la visione dei Murales realizzati dall’artista Massimo Nardi per la Comunità di Nuovi Orizzonti. Sono 5 i Murales realizzati dall’artista, e rendono Petrella Tifernina un museo a cielo aperto.
Ripalimosani è un piccolo paese immerso nelle verdi colline molisane, caratterizzato da un suggestivo centro storico ricco di storia e tradizione. La sua posizione geografica non lontana dal mare Adriatico è circondata da paesaggi naturali mozzafiato che lo rendono un luogo affascinante per chi cerca tranquillità e bellezze paesaggistiche. Dal punto di vista storico, Ripalimosani ha radice antiche, con reperti archeologici che testimoniano la presenza umana fin dall’epoca pre-romana. Oggi, Ripalimosani conserva il fascino dei tempi passati nelle sue stradine lastricate, nelle chiese storiche e nei palazzi antichi. La cucina è un altro punto forte, con i piatti tradizionali che valorizzano i prodotti del territorio.
Da vedere la Chiesa madre di Santa Maria Assunta costruita nel XIV secolo, il Convento di San Pietro Celestino, il Palazzo Marchesale Riccardo.
TAPPA 2 Ripalimosani - Oratino
Partenza: Ripalimosani
Arrivo: Oratino
Distanza: 0,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 0h 00′
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +0 -0
Ripalimosani è un piccolo paese immerso nelle verdi colline molisane, caratterizzato da un suggestivo centro storico ricco di storia e tradizione. La sua posizione geografica non lontana dal mare Adriatico è circondata da paesaggi naturali mozzafiato che lo rendono un luogo affascinante per chi cerca tranquillità e bellezze paesaggistiche. Dal punto di vista storico, Ripalimosani ha radice antiche, con reperti archeologici che testimoniano la presenza umana fin dall’epoca pre-romana. Oggi, Ripalimosani conserva il fascino dei tempi passati nelle sue stradine lastricate, nelle chiese storiche e nei palazzi antichi. La cucina è un altro punto forte, con i piatti tradizionali che valorizzano i prodotti del territorio.
Da vedere la Chiesa madre di Santa Maria Assunta costruita nel XIV secolo, il Convento di San Pietro Celestino, il Palazzo Marchesale Riccardo.
Oratino è un piccolo borgo molisano incastonato tra le colline che offre panorami mozzafiato sulla campagna circostante. La storia di Oratino risale all’epoca romana, ma sono le tracce medioevali a caratterizzare il suo patrimonio storico e architettonico. Il centro storico è dominato dal Castello Ducale, un’imponente struttura fortificata risalente al XIII secolo, che oggi ospita anche un museo dedicato all vita rurale artigianale del territorio. Oltre al Castello, tra i principali monumenti di Oratino spicca la Chiesa di San Rocco che conserva al suo al tuo interno importanti opere d’arte religiosa. Oratino è anche il paese degli “scalpellini”, artigiani specializzati nella lavorazione della pietra.
Da vedere il Palazzo Giordano, La Rocca, resti di una torre di avvistamento normanna del XII secolo, la Chiesa di Santa Maria Assunta, la Chiesa di Santa Maria di Loreto.
TAPPA 3 Oratino - Busso
Partenza: Oratino
Arrivo: Busso
Distanza: 0,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 0h 00′
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +0 -0
Oratino è un piccolo borgo molisano incastonato tra le colline che offre panorami mozzafiato sulla campagna circostante. La storia di Oratino risale all’epoca romana, ma sono le tracce medioevali a caratterizzare il suo patrimonio storico e architettonico. Il centro storico è dominato dal Castello Ducale, un’imponente struttura fortificata risalente al XIII secolo, che oggi ospita anche un museo dedicato all vita rurale artigianale del territorio. Oltre al Castello, tra i principali monumenti di Oratino spicca la Chiesa di San Rocco che conserva al suo al tuo interno importanti opere d’arte religiosa. Oratino è anche il paese degli “scalpellini”, artigiani specializzati nella lavorazione della pietra.
Da vedere il Palazzo Giordano, La Rocca, resti di una torre di avvistamento normanna del XII secolo, la Chiesa di Santa Maria Assunta, la Chiesa di Santa Maria di Loreto.
Busso, piccolo borgo che conta poco più di mille abitanti, è incastonato tra le colline molisane offrendo panorami suggestivi e un’atmosfera tranquilla è autentica.
Busso ha origini antiche, risalenti all’epoca romana e conserva ancora oggi tracce del suo passato antico. Il centro storico è caratterizzato da stretti vicoli lastricati, antiche case in pietra e piccole piazze che conservano il fascino dei tempi passati.
Da vedere la Chiesa di San Lorenzo Martire costruita nel XV secolo e rimodellata in periodo rinascimentale, la Chiesa di Santa Maria in Valle.
TAPPA 4 Busso - Casalciprano
Partenza: Busso ( s.l.m.)
Arrivo: Casalciprano (751 s.l.m.)
Distanza: 0,00 chilometri
Tempo di percorrenza: 0h 00′
Difficoltà: E Escurzionistica
Dislivello: +0 -0
Busso, piccolo borgo che conta poco più di mille abitanti, è incastonato tra le colline molisane offrendo panorami suggestivi e un’atmosfera tranquilla è autentica.
Busso ha origini antiche, risalenti all’epoca romana e conserva ancora oggi tracce del suo passato antico. Il centro storico è caratterizzato da stretti vicoli lastricati, antiche case in pietra e piccole piazze che conservano il fascino dei tempi passati.
Da vedere la Chiesa di San Lorenzo Martire costruita nel XV secolo e rimodellata in periodo rinascimentale, la Chiesa di Santa Maria in Valle.
La storia di Casalciprano ha origini antiche, risalenti all’epoca romana, ma sono soprattutto le tracce del suo passato medievale a caratterizzare il suo patrimonio storico e architettonico. Il centro storico è caratterizzato da stretti vicoli, antiche case in pietra e suggestivi scorci che conservano il fascino dei tempi passati. Al nome originario “Casale” fu successivamente aggiunto “Ciprano”, dal nome di un probabile feudatario o fondatore del paese.
Da vedere la Chiesa di San Salvatore, la Chiesa di San Rocco, il Santuario della Santissima Annunziata in Castagneto.
Cartoguida turistica
La guida informativa è destinata a coloro che desiderano intraprendere il cammino.
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Equipaggiamento e consigli utili
Le escursioni richiedono abbigliamento e attrezzatura specifica. Anche in occasione di uscite relativamente brevi e agevoli, è sempre meglio essere ben equipaggiati per non incorrere in spiacevoli sorprese e per fronteggiare imprevisti come ad esempio un temporale improvviso o un calo di energia: anche gli imprevisti fanno parte del divertimento.
Cosa portare durante un escursione:
- calzature adeguate di buona qualità
- abbigliamento di ricambio in base alle condizioni meteo
- scorta d’acqua adeguata in base al proprio fabbisogno (da 1 a 2 litri considerate temperatura, possibilità di rifornimento, durata del percorso), una bevanda calda se è inverno
- telo termico
- snack (esempio, frutta secca o barrette)
- giacca antivento e antipioggia
- mini kit di pronto soccorso (bende, cerotti di varia misura, salviette disinfettanti, garze sterili, forbicine, guanti in lattice, farmaci personali …)
- maglia e calze di ricambio
- coltellino, multiuso se possibile
- crema solare
- occhiali da sole e cappelllino
- cappello nei mesi invernali
- torcia
- batteria di riserva o una batteria ausiliaria esterna per il telefono
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